Sono uno "scandalo"
Concorso
nazionale “C.D.H. Bologna” 2012
Io
sono uno ‘scandalo’… parole, immagini e colore!
Terzo
premio per il filmato
alla
classe IV D del Liceo Vincenzo Monti di Chieri (TO)
QUI il VIDEO
Forte
della pluriennale esperienza di animazione e formazione sulla
valorizzazione della à, dentro e fuori dalla scuola, l’Associazione
promuove per l’anno 2012 il concorso “Io
sono uno ‘scandalo’… parole, immagini e colore”, per
raccogliere ‘opere’ (disegno e filastrocca, poesia, racconto,
fotografia, video/spot) realizzate da adulti e bambini, sul tema
della relazione con la disabilità.
TEMA
Il
concorso “Io sono uno ‘scandalo’… parole, immagini e colore”
è collegato ai temi cari al lavoro svolto dall’associazione, in
particolare l’inclusione sociale delle persone con disabilità e la
relazione con la diversità.
Ciò
che ci interessa approfondire tramite questo concorso è il tema
dello scandalo, partendo dall’affermazione di Claudio Imprudente
nella lezione dottorale scritta in occasione del ricevimento della
Laurea Honoris Causa: La parola “scandalo” deriva dal greco
skàndalon ed etimologicamente significa “trappola, inciampo”; in
senso figurato, “molestia”. Vorrei che il conferimento di questa
laurea funzionasse in questo senso, ovvero come elemento generatore
di molestia, fastidio nei confronti,in primo luogo, di tutti gli
educatori che non credono che “un vegetale” sia in grado di
modificare, far progredire i contesti nei quali si trova a vivere ed
operare; in secondo luogo, nei confronti di coloro che ricoprono
incarichi politici e non prestano la dovuta attenzione alla realtà,
all’attualità (ché di questo si tratta) delle abilità diverse;
e, infine, nei confronti di quei genitori che non riescono, per le
ragioni più varie e comprensibili, a creare quella complicità,
quella condivisione che può garantire con più certezza ed efficacia
un’educazione non monca (e non troppo “speciale”) ai loro
figli.
Io
sono uno scandalo, quindi, quando sovverto l’immagine preconcetta
della diversità come triste e perdente, quando metto al centro le
abilità, la relazione e il superamento del pregiudizio, quando con
creatività supero le difficoltà.
Io
sono uno scandalo, sia che abbia disabilità o meno, quando dimostro
che le mie abilità valgono molto di più delle mie disabilità.
La
classe Quarta D del Liceo Monti di Chieri (TO) ha partecipato al
concorso con dei testi e con il DVD
Riportiamo
il testo di Roberta, riferito alla compagna di classe affetta
da disturbo dello spettro autistico
NOI
SIAMO UNO SCANDALO
Io
sono uno scandalo perché non riesco a dire sempre ciò che penso,
lei
lo fa indicando un cartellino.
Io
sono uno scandalo perché non riesco a dimostrare affetto come
vorrei,
lei
ti dà un bacio quando meno te lo aspetti.
Io
sono uno scandalo perché ricerco troppo la mia indipendenza,
lei
sa chiedere aiuto a chi la circonda.
Io
sono uno scandalo perché le emozioni le tengo dentro,
lei
se è felice ride, se è triste piange.
Io
sono uno scandalo perché non do importanza ai piccoli gesti,
per
lei riuscire a chiudere una bottiglia è motivo di gioia.
Io
sono uno scandalo perché ho la smania di crescere,
lei
non ha paura di rimanere bambina.
Noi
siamo uno scandalo perché guardandola non vediamo questo ma vediamo
un errore.
Roberta
Rigo
Liceo
Monti
4D
scientifico
Il
video “Sono uno scandalo”
-SCANDALO:
effetto di un'azione che causa un turbamento della sensibilità
morale pubblica-.
Il
filmato è una produzione artigianale, di breve durata, circa 10
minuti, ma di rilievo, con tecnica immediata, attuale e contenuti
profondi di grande umanità e sensibilità,.
Il
filmato è realizzato ad episodi, intervallati da scritte incisive ed
esplicative, che inducono a riflettere sui nostri comportamenti
quotidiani e sui nostri modi di pensare, spesso infarciti di luoghi
comuni e di superficialità.
Giulia,
la protagonista, è una ragazza autistica di 20 anni, che frequenta
il liceo e che si presenta in prima persona, attraverso una scritto,
essendo non verbale, stilato con l'aiuto di coloro che la conoscono
bene, da cui emerge una ragazza, con esigenze, sentimenti, emozioni,
aspettative, gusti ben precisi, dai giochi alle golosità, dalle
amicizie alle preferenze artistiche.
-Mi
chiamo Giulia e ho 20 anni; ho una sorella che si chiama Gaia, che è
più grande di me.
Durante
l'anno scolastico al mattino vado a scuola e nel pomeriggio frequento
un centro dove, con altri amici, svolgo attività motoria ed
esperienze di autonomia.
Nel
tempo libero guardo volentieri i cartoni: i miei preferiti sono
quelli di Toy story, la principessa e il ranocchio, Lilo e Stitch e
Mary Poppins.
Passeggio
volentieri nell'isola pedonale della città e mi piace osservare il
viavai della gente. Mi piace anche andare da “Mordi la pizza” a
mangiare la farinata.
A
volte vado alle giostre e al cinema: l'ultima volta sono andata con
Francesca, una mia compagna di classe, a vedere Kung Fu Panda.
D'estate
sono felice quando vado al mare: mi piace molto giocare con l'acqua,
con la sabbia e farmi coccolare da mamma e papà.
Sono
una ragazza autistica e non so parlare, così mi sono presentata
facendo scrivere da chi mi conosce .
Per
alcuni problemi di salute devo prendere dei farmaci che a volte mi
fanno venire sonno. Spesso dormo poco di notte e così può capitare
che mi addormenti in classe.
Ho
un modo differente di capire le cose e a volte non comprendo certe
regole"sociali".
Ho
sempre bisogno di situazioni conosciute e ripetute per non andare in
ansia.
A
scuola lavoro con gli educatori e gli insegnanti di sostegno per
permettermi di conoscere cose nuove anche se semplici: anche se non
parlo e non scrivo posso imparare!
Sono
felice di conoscerti!
Ciao
Giulia
Il
contenuto del filmato punta a evidenziare i tanti atteggiamenti e
approcci sbagliati e mostra come la scuola e l'inclusione dei
diversamente abili sia l'unica strada che possa portare un aiuto
concreto a questi ragazzi nei processi d'integrazione.
In
una composizione in classe viene richiesto di riflettere sulla
differenza che passa tra le buone intenzioni e la prassi quotidiana.
-Scandalo
è... quando per un tema in classe scelgo di riflettere sulla
diversa abilità -.
Il
luogo comune e l'asserzione abusata di fronte ad una disabilità di
"capisco molto bene" non risente della sofferenza profonda
di un disabile e dei suoi famigliari, acuita spesso da forme di
pietismo.
Bisogna
essere capaci di sentire il dolore e le difficoltà dell'altro,
sentire insieme, di calarsi nella sofferenza, cercando di
immedesimarsi in certe situazioni, vedere i piccoli miglioramenti e
sapere che le emozioni e i sentimenti da un diverso abile sono
importanti e presenti, pur con manifestazioni esterne diverse.
-Scandalo
è...quando provo a capire come si vede il mondo da un altro
punto di vista-.
I
compagni di Giulia hanno fatto la scoperta di questo divario, tra
pensiero e realtà, durante una gita scolastica a Genova.
A
turno, si sono avvicendati per alcuni tratti di percorso, sulla
carrozzella, che Giulia utilizza solo per percorsi lunghi e
impegnativi quando è stanca, e al mattino non lo era, per provare le
sensazioni nel farsi spingere.
All'inizio
la gioia e l'allegria dei loro atteggiamenti suscitavano sguardi
infastiditi e sbalorditi nel vedere contentezza in un disabile, ed il
loro cambiato atteggiamento serio tramutava quegli sguardi in
pietismo.
Gli
altri, il loro modo di guardarci, di commiserarci, hanno fatto
percepire a chi occupava la carrozzina la diversità, la non
normalità, gli altri fanno pesare questa diversità e il loro
atteggiamento ci rende dei disabili.
-Scandalo
è... quando mi metto in gioco per provare a capire -.
Dall'esperienza
della carrozzina è emerso come il farsi condurre, il farsi spingere
genera ansia sulle capacità del conducente e bisogna avere molta
fiducia per accettare questo.
La
classe, attraverso il video, ci rende poi partecipi dell'esperienza
alla mostra del percorso sensoriale di "dialogo nel buio"
dove il visitatore si affida alla guida di non vedenti in totale
assenza di luce, che trasforma i luoghi famigliari in esperienze
sbalorditive.
I
ragazzi hanno fatto l'esperienza cercando,ad occhi chiusi, con
l'ausilio degli altri sensi, tatto, udito, olfatto, di riprodurre una
posizione assunta da un compagno, oppure di leggere un testo scritto
in braille.
La
scuola con bambini, ragazzi, coetanei normodotati è un'importante
occasione per apprendimenti funzionali, ma anche per comprendere le
regole del vivere sociale, strane ed astruse per gli autistici e per
generalizzare nello specifico le nozioni acquisite durante
l'insegnamento.
L'inclusione
e l'integrazione possono essere, ma spesso lo sono, difficoltose, per
l'insorgenza di problemi comportamentali, per problematiche cognitive
e per difficoltà relazionali, ma anche un minimo risultato deve
essere l'obiettivo a cui mirare.
Il
filmato mantiene alto il tono e l'interesse, è ricco di spunti ed è
un piacere vederlo per il clima di affiatamento tra l'insegnante ed i
compagni, solleciti e integrati con Giulia
–Scandalo
è... salutare chi sai
che non ti risponderà mai – nella scuola e a cascata anche fuori
dalla scuola.
L'
augurio è che l'integrazione, l'inclusione possa essere estesa a
tutte le scuole, che sia un modo di interagire per ogni operatore e
di stimolo per la società, sfida ed augurio che tutti devono fare
proprio in ogni azione quotidiana.
Bravi
Giulia, i compagni tutti e l'insegnante, come attori e trasmettitori
di sentimenti ed emozioni genuine, di insegnamenti che sgorgano dal
cuore.
Therese
Joliffe ha scritto:
“Se
persone normali si trovassero su un altro pianeta con creature
aliene, probabilmente si sentirebbero spaventate, non saprebbero cosa
fare per adattarvisi e avrebbero sicuramente difficoltà a capire che
cosa pensano, sentono e vogliono gli alieni e a rispondere
correttamente a tutto questo.
L'autismo
è così.
Se
su questo pianeta dovesse improvvisamente cambiare tutto, una persona
normale si preoccuperebbe, soprattutto se non capisse il significato
di questo cambiamento.
Così
si sente l'autistico quando le cose cambiano”.
Vanda
Berti
PS
La mamma Giulia ci ha
detto “Mi diceva l'insegnante di lettere che, nei colloqui che ha
avuto singolarmente con i ragazzi, anche in vista della scelta degli
studi futuri, molti si sono dimostrati più maturi di quanto lei
pensasse e arricchiti davvero dalla presenza di Giulia”
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