http://autismo33.it [email protected]

L'integrazione deve continuare oltre la scuola



Le molte valenze del lavoro

Nel libro della Genesi il lavoro è presentato come una maledizione. In conseguenza del peccato Dio dice ad Adamo: ”Lavorerai col sudore della fronte”. Noi sappiamo che il lavoro ha talvolta questa caratteristica di fatica, di costrizione, di penoso dovere contrapposto al piacere, ma sappiamo anche che il lavoro ha tante valenze positive: la soddisfazione di vedere il risultato del proprio lavoro, qualunque esso sia, l’incontro con altre persone con le quali possono nascere belle amicizie, un fattore che dà un ritmo alla giornata e aumenta l’autostima, un valido motivo per alzarsi alla mattina, oltre naturalmente alla soddisfazione dello stipendio alla fine del mese.

Se questo è valido per tutti, lo è molto di più per chi ha poche risorse. Chi infatti ha cultura, interessi, amici, fantasia e soldi, sa benissimo come passare piacevolmente il tempo anche senza lavorare, ma questo non vale per chi non ha queste fortunate caratteristiche.

img


Al convegno di Modena del 5 febbraio 2011 ad un certo punto c’è stato un applauso che non finiva più. Chi passava di lì poteva pensare che l’Italia avesse vinto ai mondiali. No! Veniva annunciata una vittoria molto più grande. Ingrid Bonsi, dell’ASL di Bologna, aveva ricevuto l’applauso dopo avere detto “In giugno abbiamo ricevuto una telefonata che ci comunicava che avevano intenzione di assumere Andrea alla cucina dell’ospedale con un regolare stipendio”
Dunque è possibile. E speriamo che Andrea sia il primo di una lunga serie. So per certo che Ingrid, dopo questo successo, non vede l’ora di cominciare un altro inserimento per procurare alla nazione un altro contribuente. Ma sentiamo la bella storia dalla viva voce di Ingrid

oppure leggiamo il suo contributo

Nel 2008 l’ANGSA Emilia Romagna ha organizzato due convegni sul lavoro delle persone con autismo.La videoregistrazione integrale dei convegni è ai seguenti link

http://www.autismotv.it/media/autismo/autismo_lavoro/download.html

http://www.autismotv.it/media/autismo/autismo_lavoro2/download.html


Mentre per l’integrazione dei bambini e adolescenti si ha un interlocutore privilegiato che è la scuola, per gli adulti i luoghi di lavoro devono corrispondere alle diverse inclinazioni della persona disabile, così come avviene per ogni cittadino lavoratore.

Un lavoro che si addice a molte persone con disturbi dello spettro autistico è l’alimentarista, l’addetto a qualche mansione in ambienti in cui si prepara del cibo.


Il lavoratore, in genere di buon appetito, trova nell’ambiente stesso e nella finalità del lavoro lo stimolo e la motivazione, ma deve essere educato a rispettare le regole dell’igiene e della prevenzione delle tossinfezioni alimentari.


Nell’ASL di Bologna si è creata una collaborazione molto costruttiva tra la Neuropsichiatria Infantile, l’Handicap Adulti, il Dipartimento di Salute Mentale e il Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’ASL.


Quest’ultimo ha segnalato ai Servizi le cucine industriali più adatte alle esigenze dell’utente e ha educato l’educatore di sostegno al rispetto delle regole di igiene in modo che l’educatore le trasferisse poi all’utente.


Questa collaborazione è stata così coinvolgente che il Direttore del Servizio di Igiene degli Alimenti e Nutrizione dell’ASL, Dottoressa Emilia Guberti, ha potuto tenere una relazione ad un convegno sulla disabilità il cui tema generale era “Equità d’accesso come sfida nei Servizi sanitari e socio-sanitari”




BIBLIOTECA


Per le persone con disturbi dello spettro autistico devono valere gli stessi principi che guidano l’esistenza dei cittadini in generale.
Il lavoro dovrebbe essere uno degli elementi fondamentali dell’essere adulto, ma per ogni persona bisogna rispettare le sue abilità e preferenze.
Per un inquadramento generale del significato che il lavoro puo’ assumere per le persone con autismo, anche a prescindere dalla riscossione dello stipendio, rimandiamo ad un articolo del 2005 pubblicato sulla rivista “Integrazione scolastica e sociale” della Erickson

http://www.angsaonlus.org/lavoro_proseg_int_scol.pdf

e all’esperienza del TEACCH

http://teacch.com/intervention-services/supported-employment/types-of-jobs

Come esperienze italiane, dopo avere presentato alcune possibilità offerte dalle cucine delle mense, pubblichiamo due testimonianze che riguardano il lavoro in biblioteca.
La biblioteca puo’ offrire del lavoro sia a persone con abilità di alto livello, competenti nell’uso del computer, sia a persone meno dotate, che un Direttore intelligente e solidale sa mantenere sempre in esercizio, evitando quella noia e quell’inedia che sono alla base di tanti comportamenti problema, anche molto gravi.

Esperienza Numero 1

Alberto sta frequentando l’ultimo anno di scuola secondaria superiore di secondo grado. Ha imparato bene a usare il computer e dall’anno scorso frequenta per due mattine la settimana una biblioteca dove ha il compito di scannerizzare gli indici di tutti i libri.
Lo scorso anno si è fatto tanto apprezzare che la direttrice gli ha proposto un tirocinio estivo di un mese, con la retribuzione che si dà solitamente agli studenti universitari che prestano un servizio occasionale nell’ambito dell’Università.
Su questa esperienza hanno dato un loro parere i genitori di Alberto e l’educatrice Ingrid Bonsi, la stessa che ha guidato Andrea nel percorso che ha fatto di lui un cittadino che lavora e paga le tasse

http://www.autismo33.it/recensioni_e_stampa/ingrid/ingrid_2011.pdf

La parola ai genitori

Ringraziando per la possibilità di accedere alla relazione di Ingrid Bonsi, desideriamo far conoscere la nostra recente esperienza in materia di inserimento lavorativo ed integrazione; infatti nostro figlio Alberto di 17 anni, che frequenta il 4° anno delle Superiori, a seguito di un progetto di formazione lavorativa previsto dalla Provincia di Bologna (PIAFST), ha iniziato quest'anno un percorso presso una Biblioteca dell'Università di Bologna. Grazie alla preziosa opera dell'educatore Piero Gatto ed alla capacità di accoglienza dell'ambiente in cui è stato inserito, Alberto ha cominciato ad offrire la sua  collaborazione in campo informatico provvedendo a digitalizzare i contenuti di alcuni testi che poi vengono messi a disposizione degli studenti. Il progetto è andato avanti molto bene tanto è che alla fine della scuola, insieme alla NPI dott.ssa Agazzi, alla Pedagogista, dott.ssa Pesavento ed all'educatore, è stata data la possibilità ad Alberto, per il periodo estivo,  di una Borsa Lavoro che gli permettesse di proseguire nel suo percorso di integrazione. Ovviamente tutto questo non
sarebbe stato possibile se anche l'Università di Bologna non avesse dato la sua disponibilità ad accogliere il ragazzo. Quest'esperienza permetterà ad Alberto di affinare le sue capacità e di ampliare le sue conoscenze; soprattutto gli permetterà di impegnare il proprio tempo adesso che è finita la scuola. Proprio come dice Daniela, "Trovare una mansione, scandire il tempo della giornata, avere un  motivo per alzarsi dal letto alla mattina e stare insieme ad altre persone sono già dei valori....". Speriamo che in futuro iniziative di questo tipo diventino la regola e non un'eccezione.

I genitori di Alberto


La parola all’educatrice professionale dell’ASL Ingrid Bonsi

Sono molto contenta che la borsa lavoro di Alberto sia stata un successo.
Alberto è un ragazzo in gamba con buone competenze. Se supportato adeguatamente sono certa che potrà avere grandi soddisfazioni personali (e anche mamma e papà!).
Anche questa esperienza è risultata essere positiva perchè tutti gli attori coinvolti (famiglia, scuola, ente di formazione, ausl, università) hanno collaborato attivamente facendo rete.
Come nel caso di Andrea, anche qui quello che ha fatto la differenza (oltre alla professionalità di Piero Gatto e di Chiara Pesavento) è stato l'ambiente che ha accolto Alberto, un Ente Pubblico che ha veramente accettato di essere pubblico.
Andrebbe promossa ulteriormente questa cultura dell'accoglienza nelle aziende, sia pubbliche che private. Un po' ci sta provando la Coop. CSAPSA con i progetti sulla responsabilità d'impresa, premiando ogni anno aziende che si dimostrano "più responsabili" e più collaborative nei progetti d'integrazione.
Complimenti ancora ad Alberto!

Ingrid Bonsi

Esperienza Numero 2

img

Roberta ha cominciato a frequentare una biblioteca comunale un giorno alla settimana quando frequentava la scuola superiore.
La direttrice e le impiegate l’hanno sempre accolta con simpatia e non le hanno mai permesso di passare le ore in biblioteca in ozio che, come dice Bendetto da Norcia, è “nemico dell’anima”.
Finita la scuola, è stato stipulato un contratto tra l’ASL e la biblioteca per continuare la frequenza della stessa come “riabilitazione in situazione”
Ora Roberta ha trent’anni e continua a frequentare la stessa biblioteca.
Roberta usufruisce di un coordinamento pedagogico da parte di una educatrice esperta, che sceglie, insieme alla Direttrice, le mansioni da affidarle. Queste le devono dare soddisfazione e devono essere di un livello tale per cui Roberta le possa eseguire in autonomia, relativa o assoluta.
La consulenza dell’educatrice è indispensabile per la scelta del tipo di lavoro e per impedire che si diano a Roberta lavori al di sopra delle sue possibilità, come inviterebbe a fare il suo aspetto di normalità, che maschera una disabilità profonda, pur con qualche abilità spendibile per “lavorare”.
Un altro compito fondamentale dell’educatrice è insegnare a Roberta ad eseguire un compito nuovo utilizzando le strategie facilitanti dell’approccio comportamentale: analisi del compito e sua suddivisione in azioni semplici (task analysis); aiuto fisico prima, imitativo e verbale poi (prompt); diminuzione progressiva dell’aiuto fino all’estinzione (fading).
Riportiamo alcuni dei lavori che Roberta ha eseguito in tutti questi anni.

Ricopertura libri.

La Direzione della biblioteca ha deciso di ricoprire tutti i libri con una copertina di plastica.
L’Educatrice ha fatto lo schema che segue per insegnare a Roberta il lavoro. Un’altra educatrice l’ha accompagnata per l’apprendimento.
Il lavoro si presta ad essere eseguito in collaborazione, anche quando ben acquisito.
Questa attività ha tenuto occupata Roberta per molti mesi e lei è diventata sempre più disinvolta nell’esecuzione.

Timbratura

La Direzione della biblioteca ha deciso di timbrare tutti i libri alla pagina 63.
Per timbrarli Roberta deve tirare giu un certo numero di libri dagli scaffali, sfogliare ogni libro in modo da arrivare alla pagina 63, fare il timbro e rimettere i libri a posto.

Nati per leggere

La Biblioteca ha partecipato all’iniziativa “Nati per leggere” http://www.natiperleggere.it/index.php?id=5
Nell’ambito di questa bella iniziativa rivolta all’infanzia ha dato l’incarico alla nostra Roberta di preparare delle borsine contenenti due librini, un segnalibro e un piccolo calendario da distribuire ai nuovi nati della città attraverso i pediatri.

Considerazioni finali

Queste e altre attività hanno tenuto impegnata Roberta in un lavoro vero, di cui lei vede l’utilità, un lavoro che, se non fosse fatto da Roberta, dovrebbe essere fatto da altri.
Sia Roberta che la famiglia sono molto contente di questa frequentazione.
Roberta non è pagata e la biblioteca non riceve nessun incentivo se non la riconoscenza della famiglia e la soddisfazione di Roberta.
Ricordiamo ancora una volta che questi inserimenti, che continuano in età adulta l’integrazione iniziata con la scuola, e che, in un mondo primitivo e rurale, potrebbero essere fatti nell’ambito di casa e bottega, nella nostra Società complessa sono possibili solo con la mediazione delle Istituzioni.
La Biblioteca è comunale. Roberta è in carico all’ASL. La frequenza è regolamentata da un contratto tra queste due Istituzioni e l’ASL paga una assicurazione per coprire eventuali incidenti o altre problematiche che si dovessero verificare sul “lavoro”





vai alla home page